mercoledì, dicembre 28, 2005

Non so a chi credere...

Da una parte Consorte, D'Alema, i comunisti, la Coop sei tu etc etc.
Dall'altra i soliti papponi del capitalismo italiano che "industrialeggiano all'italiana" e magnano alla "svizzera". Fino a sabato propendevo per i poveri Fiorani, Consorte e compagnia... poi ho dato una letta all'articolo che vi propongo qua sotto e qualcosa in me è "scattato".
Da una parte i comunisti hanno preso tutto, ma proprio tutto quello che c'era da prendere : rimane solo la finanza. Possibile che i capitalisti papponi stiano difendendo con i denti l'ultimo avamposto italiano, che se crollasse ci regalerebbe un nuovo "regime" ? Ma allora perché non si sono mai voluti alleare con Silvio ?
Cmq a voi l'articolo del Foglio (sembra lungo ma scorre giù che è un piacere ed è moooolto iluminante.. insomma un must!).

(Da il Foglio (24/12/2005)
Ds e finanza, un filo rosso dai capitani coraggiosi al cooperatoreLA SCALATA ALLA TELECOM, LA STRATEGIA DI D’ALEMA SUI CINQUE POLI ECONOMICI, IL CASOMONTE PASCHI E LE SALE BINGO


Roma. Quattro giorni fa in una intervista al Corriere della Sera, alla domanda “Se le
dicessero che dietro tutte le querelle sul collateralismo c’è una storia di finanziamento ai partiti, si stupirebbe?”, Francesco Rutelli rispondeva: “Sì, ma visto che dobbiamo tenere la guardia alta benedico il finanziamento pubblico. La politica non deve dipendere dai ricchi e i partiti devono registrare minuziosamente ogni contribuzione liberale che ricevono”. (*)
Dunque non è cambiato nulla, si ricomincia da quello che sin dall’inizio era chiaro, da uno scontro di potere tra Ds e Margherita (che sostituisce la competizione politica elettorale); si ricomincia da una guerra bancaria che sostituisce i ricordi gloriosi di Eni-Sai, l’asse Signorile-Andreotti contro Craxi; si ricomincia proprio da lui, da Bettino Craxi, dal 3 luglio 1992. “Bisogna innanzitutto dire la verità delle cose e non nascondersi dietro nobili e altisonanti parole di circostanza che molto spesso, e in certi casi, hanno tutto il sapore della menzogna (…) I partiti, specie quelli che contano su apparati grandi, medi o piccoli, giornali, attività propagandistiche,promozionali e associative, e con essi molte e varie strutture politiche operative, hanno ricorso e ricorrono all’uso di risorse aggiuntive in forma irregolare od illegale. Se gran parte di questa materia deve essere considerata materia puramente criminale,allora gran parte del sistema sarebbe un sistema criminale. Non credo che ci sia nessuno in quest’aula, responsabile politico di organizzazioni importanti, che possa alzarsi e pronunciare un giuramento in senso contrario a quanto affermo: presto o tardi i fatti si incaricherebbero di dichiararlo spergiuro”. Tredici anni e mezzo dopo, a sentire Rutelli, siamo ancora lì.
Secondo quanto è emerso dalle indiscrezioni relative alle sue dichiarazioni, Gianpiero Fiorani avrebbe confessato che parte dei soldi malversati venivano utilizzati per finanziare uomini politici. Soldi che venivano fatti scontare a volte ai soci e ai clienti della ex Popolare di Lodi, altre volte al mercato. Un concetto altrettanto impersonale quanto quello di pubblica amministrazione sulla quale ricadde il peso economico delle ruberie di Tangentopoli.
La sensazione è che, come all’epoca di Mani pulite, anche oggi possa esistere un fenomeno di omertà sociale che coinvolge anche il sistema di potere dei partiti sopravvissuti a Tangentopoli. L’inchiesta milanese va a ritroso. L’attenzione dei magistrati non si sta concentrando solo sui fatti più recenti,ma anche su alcuni del recente passato,come la prima Opa Telecom, quella ideata da Roberto Colaninno. La madre di tutte le scalate, così venne definita la conquista della società telefonica da parte della razza padana, ha avuto fra i suoi protagonisti molti soggetti coinvolti nelle operazioni Bnl e Antonveneta. Il punto di contatto più evidente è dato, chiaramente, dalla presenza di Emilio Gnutti che, nelle operazioni Telecom e Antonveneta, ha svolto un prezioso ruolo di buttadentro. Ma questo è solo l’aspetto più evidente. Rileggendo le cronache dell’epoca ecco che troviamo nomi noti alle due scalate bancarie come Unipol, Giovanni Consorte, Banca agricola mantovana (istituto di cui fu a lungo consigliere Colaninno, poi confluito nella Monte dei Paschi di Siena), i fratelli Lonati e Finsoe.E anche in quel caso, come accaduto con l’offerta di Unipol su Bnl, i newcomers hanno avuto una sponda politica legittimante nei Ds.
“Una rapina in pieno giorno”? Massimo D’Alema definì audacemente “capitani coraggiosi” gli autori della scalata Telecom che, secondo il Financial Times, fu invece “una rapina in pieno giorno”. E quello fu l’inizio di un percorso collaterale con alcune operazioni finanziarie non prive di opacità. Alcuni osservatori disincantati ritennero che l’intero meccanismo del finanziamento della politica a partire dalla seconda metà degli anni Novanta fu affidato interamente a meccanismi di insider trading – anche questi già visti in un certo senso. Li aveva già utilizzati e – poi descritti – Fiorio Fiorini, uno dei maghi finanziari del decennio precedente. Le notizie privilegiate servivano a drenare risorse sui mercati.E’ la bellezza delle cosiddette asimmetrie informative. Quando D’Alema arrivò al governo molti ebbero la sensazione che sarebbe stato un leader asimmetrico, se necessario. Nacque quella definizione di merchant bank di Palazzo Chigi, che avrebbe segnato la successiva immagine del capo dei diesse. La sua strategia puntava alla costituzione di cinque poli importanti, a struttura diversificata, ognuno con dimensioni sufficienti a reggere il passo della concorrenza:Telecom, Eni, Enel, Benetton, Finmeccanica. Del progetto originale solo Benetton, il cui compito era quello di presidiare il settore della grande distribuzione, ha mantenuto fede allo schema dalemiano unendo,da poco, Aeroporti di Roma ad Autogrill e Autostrade.Ma l’attivismo diessino in materia di politica finanziaria è stato incessante. A volte poco felice. Come il caso della Banca del Salento, la principale banca privata che operava nella zona elettorale di D’Alema,guidata da un uomo a lui vicino, Vincenzo De Bustis. Banca del Salento, poi Banca 121, confluì in Monte dei Paschi di Siena (e incappò in uno scandalo finanzario, quello dei prodotti My Way e For You, pseudo-piani di accumulazione denunciati da una associazione dei consumatori, l’Adusbef, che costò il primo avviso di garanzia per Antonio Fazio). Nel 1999, Siena comprò la Banca 121 per 2.500 miliardi dell’epoca, 900 in cash e il resto – dopo l’approvazione all’assemblea di cui è magna pars la Fondazione controllata dagli enti locali diessini – in carta, cioè azioni Mps. Oggi una parte degli ex azionisti leccesi di Banca del Salento sono legati da un patto di consultazione: controllano il 3,24 per cento del capitale del Monte per un valore di circa 300 milioni di euro, cioè, 600 miliardi di lire di allora. Altri ex azionisti di 121 fuori dal patto di consultazione detengono quote inferiori al 2 per cento che, dunque, non sono segnalate alla Consob, neppure nel caso in cui venissero vendute, o fossero già state vendute negli anni scorsi. C’è chi ritiene che nella differenza tra 2.500 e 600 miliardi ci sia abbastanza spazio di collateralismo. Il legame con De Bustis, ora capo delle attività italiane di Deutsche Bank, è stato importante in molte delle operazioni di cui si è parlato in questi mesi: la banca tedesca ha avuto un ruolo nella vicenda Parmalat e, più recentemente, nell’Opa Unipol su Bnl, con la Consob che sospetterebbe l’esistenza di un patto occulto fra la compagnia di Giovanni Consorte e la banca tedesca, e naturalmente nell’operazione Ricucci-Rcs (con una linea di credito aperta per il giovane finanziere pari a 800 milioni di euro,probabilmente non garantita da asset immobiliari sufficienti).
Fu molto imbarazzante anche la vicenda relativa alla concessione delle sale Bingo date a due società, Formula Bingo e Formula Bingo Service entrambe con sede nello stesso palazzo dove si trova la fondazione di dalemiana Italianieuropei, e poi risultate partecipate da alcuni uomini legati al leader diessino.
Oggi il problema del collateralismo riguarda innanzitutto Unipol e Consorte, intervenuti per dare una mano al partito indebitato o per aiutare l’edilizia emiliana
in crisi. Di tutte queste avventurose operazioni, di questi legami grigi come grigi sono gli intrecci tra finanza e politica, i diesse, partito nato su una duplice ipocrisia – la storia del secolo scorso perduta (e rovesciata) e la negazione del problema del finanziamento alla politica e del suo impatto sull’economia di mercato – non hanno mai saldato il conto politico. Rischiano di pagare a un altro sportello. Alla cassa non c’è il povero Romano Prodi, però. Egli già quest’estate mentre l’offensiva dei marrazzoni sulle banche e Rcs era in pieno corso, dopo avere ruminato due o tre banalità sulla questione morale – abdicando alla sua funzione politica e preferendole uno schemino di potere semplice semplice – dichiarava che, ove vi fossero i presupposti, era arrivato il momento dei pm. Così, alla cassa ad aspettare i diesse, c’è Francesco Greco.

20 commenti:

Anonimo ha detto...

Per me bisogna chiarire: perchè ci sono i cattivi, non è detto che chi si oppone loro è buono. Questo è il tragico errore della politica italian (vedi Berl. che strizzava l'occhiolino a Ricuzzi).

In breve: liberalizzino tutti i settori, così ci si sbarazza sia de dalema boys che dei torbidi industriali italiani, aa.

Anonimo ha detto...

Esimio Kagliostro.
Ier l' altro sono state rese note le motivazioni dell' assoluzione di Berlusconi nell' affare All Iberian. E cioè che il fatto non costituisce più reato perché depenalizzato.
Ebbene, il giorno in cui Consorte da primo ministro varerà leggi che cancellino i reati dei quali è accusato lei potrà lamentarsi. Prima no.

g

Anonimo ha detto...

...caro gianni guefi, quanto fatto dal Governo è previsto dalla Costituzione. Chiamasi principio di legalità. Quanto fatto da Consorte sembra sia un reato. Mi sembra sia differente. O no?
...Caro Kagliostro, ho dato la mia disponibilità all'ntervista doppia di cui qualche post sotto e mi sono reso conto che eri tra i miei link! Ho rimediato subito. GM

Anonimo ha detto...

AA infatti così bisognerebbe fare, liberalizzare tutto e non fidarsi di nessuno.
Purtroppo però sembra che in Italia per una cosa del genere bisognerà aspettare ancora parecchio.

Gianniguelfi la differenza sta nel fatto che in Italia la magistratura opera solo da una parte e per COLPA DELLA VOSTRA PARTE POLITICA. Se voi la smetteste di votare comunista, forse la magistratura cambierebbe e Berlusconi starebbe davvero in galera per i reati VERI che ha commesso.
Invece a causa di una parte politica SCHIFOSA E DECEREBRATA, tutto il sistema è inceppato e nascono fenomeni come Berlusconi.

PS : eppoi chiunque fosse stato al posto di BErlusconi sarebbe stato perseguitato lo stesso. Vedai i cd creati ad arte dalla Boccassini... In quel caso non dite niente ?

Anonimo ha detto...

Ciao Mariniello !!
Siamo un po' in ritardo con le interviste : il 2 gennaio facciamo quella al sindaco (the rightnation) ed il 3 o il 4 ai gemelli che poi non sarebbe più possibile... (ovviamente queste non sono le date di pubblicazione, ma solo quelle dell'intervista!).

Cmq se tutto va bene tu dovresti essere nel gruppo di interviste dal 8 al 12.
Mi raccomando...

Anonimo ha detto...

Anche le false comunicazioni sociali fatte dalla Fininvest all' epoca erano un reato, Mariniello. Reato depenalizzato nel 2001, sappiamo da chi. E non sapevo che la Costituzione prevedesse la depenalizzazione del falso in bilancio, Mariniello. Mi vuoi indicare in quale articolo?

g

Anonimo ha detto...

"Questo governo è schierato dalla parte dell' opera di moralizzazione della vita pubblica intrapresa da valenti magistrati. No ai colpi di spugna. Da questo governo non verrà mai messa in discussione l' indipendenza dei magistrati"
Senato della repubblica, 16 maggio 1994.

"Di Pietro è un magistrato che si è conquistato col suo lavoro il rispetto degli italiani. Le sue inchieste esprimevano un ansia di verità. Ho sempre riconosciuto il ruolo svolto dai magistrati nella lotta al sistema perverso della prima repubblica"
Roma, 6 dicembre 1994.

Come vedi, Kagliostro, il povero Moroni era morto già da due anni eppure Silvio continuava ad essere dalla parte dei magistrati e lodava la loro opera moralizzatrice condannando il sistema perverso instaurato dai politici che l' avevano preceduto.
Solo quando i magistrati iniziarono ad indagare sui conti Fininvest la loro opera meritoria diventò una guerra civile e il CSM asservito alla sinistra.
Mitico Silvio!
Forse non sarà il politico più grande del mondo, ma il più furbo certamente si.

g

Anonimo ha detto...

Blogger perché non fungi ?

Anonimo ha detto...

Guelfi il problema non è lodare Di Pietro eppoi accorgersi che è un bluff...

Il problema è Di Pietro che prima indaga sulla DC e sul PSI eppoi si ferma e riparte con chi li sostituisce. E sorvoliamo sul fatto che nei processi Sme, IMI-SIR, e compagnia è indagato solo Berlusca e non quei due criminali di Prodi e Debenedetti. E tralasciamo il fatto che DEBenedetti ha chiamato pochi giorni fa Netanyau per proporgli il ruolo di ministro delle finanze nel governo Prodi....

La dimostrazione di quanto la magistratura sia al soldo del più forte (siano essi comunisti, mafia o imprenditori massoni) te la dà il fatto che molti democristiani e molti socialisti hanno guardato con favore a MANI PULITE pensando che poi sarebbe venuta la volta della galera per i veri mafiosi italiani cioè sindacati e comunisti che piazzano loro uomini ovunque.
Invece guarda caso i magistrati hanno attaccato chi faceva loro più comodo.
La loro SUPER-IDIOZIA poi non è stata quella di fermarsi alla DC, ma :
1) non completare l'opera con TUTTI i partiti vecchi (e già la cosa puzzava parecchio!)
2) iniziare ad indagare BErlusconi dimostrando che l'obiettivo non era ripulire la politica italiana, ma solo colpire una parte politica.

Quando tu metti in galera solo quelli a te scomodi, lasciando i criminali della tua parte politica a piede libero, poi non puoi venirmi a chiedere che ti devo osannare perché anche quel poco di bene che hai fatto, lo hai SPORCATO che un GOLPE. Hai umiliato il potere che ti era stato dato.

Quindi non sono quelli che hanno osannato la magistratura ad essere cambiati : quelli la pulizia nei partiti la volevano sul serio.
Quello che però è avvenuto è solo un regolamento di conti MAFIOSO da parte dei magistrati al soldo del vera MAFIA d' Italia : il partito comunista-populista italiano.
E ti dirò che secondo me non è nemmeno un caso che nel 88 Rognoni abbia firmato un'amnistia per i reati compiuti dai comunisti, ed ancor di più non è un caso che MAni pulite abbia avuto luogo solo 3 anni dopo il crollo del Muro di Berlino... SAranno coincidenze, ma i tempi tornano tutti.
Poi sarò pazzo io, ma visti i precedenti...

Anonimo ha detto...

Blogger oggi fa i capricci : se non vedete apparire un commento, scrivetene uno subito sotto di una riga ed inviatelo. Purtroppo Blogspot andrebbe picchiato, ma dal 15 gennaio parto col nuovo blog e questi problemi non ci saranno più.

Abbiate pazienza fino ad allora !!

Anonimo ha detto...

..ci sono... fammi sapere... GM

Anonimo ha detto...

De Benedetti sa benissimo che per fare il ministro bisogna essere cittadini italiani. La sua era una proposta paradossale. E cmq se la cosa fosse fattibile dovresti essere contento, visto che Netanyahu appartiene alla destra ultraliberista israeliana.

Anche i bambini, meno Kagliostro, sanno che i magistrati indagarono in tutte le direzioni, Pci-Pds-Ds compreso. Basta chiedere al giudice Nordio, giudice non certo di sinistra, se qualcuno gli impedi di indagare da "quella parte". Oppure a Di Pietro, che in quei giorni era tutto meno che di sinistra, visto che faceva lingua in bocca con Fini e Berlusconi lo voleva ministro. I magistrati indagarono anche a sinistra, dunque (come lo stanno facendo anche oggi, del resto). Tant' è vero che il tesoriere dei DS fini in galera per una decina di giorni, cosi come ci fini Greganti. Ma non fu trovato nulla di probante.
Avrebbero dovuto fabbricare prove false per accontentarti i magistrati, Kagliostro?
Che non trovassero nulla, cosi come nulla fu trovato su AN, la Lega o i radicali, è naturale. E sai perché?
Perché erano tutti partiti all' opposizione.
E se tu fossi un imprenditore disposto ad elargire bustarelle pur di avere qualche commessa per la tua azienda, a chi ti rivolgeresti, Kagliostro, ad un partito che sta all' opposizione e che nulla può, oppure ad uno che sta al governo e che può accontentarti?

Sul Pci avrebbero potuto trovare qualcosa, qualche finanziamento in nero dall' Urss, se gli fosse stato concesso d' indagare anche gli anni antecedenti all' 1989, i magistrati.
Ma arrivati a quell' anno si dovettero fermare per via dell' amnistia varata dall' allora premier Craxi a favore di TUTTI i partiti, non solo dei "comunisti".

Vedo che la storia italiana, recente, la conosci molto poco Kagliostro. Quindi ti dò un 4 meno meno.

g

Anonimo ha detto...

Guelfi guarda che Nordio è stato messo in condizione di non nuocere, per non parlare della scelta di mettere Tiziana PArenti allora iper-comunista ad indagare sui comunisti (bella scelta di imparzialità !).
E la Parenti l'ha detto e ribadito che a Milano si fece di tutto per salvaguardare l'interesse della sinistra, tant'è che poi è diventata di Forza Italia dopo aver denunciato i crimini commessi dai magistrati milanesi.

Eppoi basta vedere l'arresto di Greganti : la Parenti lo voleva in galera ed invece intervenne IMMEDIATAMENTE il superiore della Parenti (di cui ora mi sfugge il nome, nche se è famoso) che si diede da fare per far uscire Graganti di prigione trovando il modo di far risultare la tangente da 1 miliardo versata al PCI come un regalo PERSONALE dell'ENI a GREGANTI.
AUAUAUAUAUAUAuaUAUAUAUAaU : ancora mi viene da ridere se non pensassi e leggessi che c'è gente come te che crede ancora alle fiabe e ai comunsiti buoni.
L'ENI che dà 1 miliardo ad un cassiere gratis...
UAUAUAUAUAUAAUAUAUAUAUAUAUAA

Per non parlare poi del potere dei comunisti in Italia paragonato a quello dell'MSI : forse ti sfuggono i sindacati, le cooperative, le brigate rosse, i rapporti con l'URSS e perfino LA MAFIA ROSSA che piazzava i suoi esponenti OVUNQUE dalla tele alle università alla scuola.
OVUNQUE ci fosse un posto libero, piazzare un rosso.

Guelfi mi sa che la storia recente la conosci molto meno tu.

Anonimo ha detto...

si, la mafia rossa...madonnamia

Anonimo ha detto...

Ricapitoliamo:
a fronte delle decine e decine di miliardi in tangenti intascati in totale dai partiti del C.A.F. allora al governo, tangenti ammesse dai responsabili, al Pci-Pds vennero in sostanza contestati due soli fatti: il miliardo che Carlo Sama, genero di Gardini, affermò di aver personalmente recapitato in una valigetta a Botteghe Oscure, e i 650 milioni transitati su di un conto intestato a Greganti.
Del miliardo non venne trovato alcun riscontro probatorio. D' altro canto Sama afferma di non ricordarsi a chi lo consegnò. Ti pare verosimile una storia come questa?
Uno va a consegnare una tangente da un miliardo eppoi manco chiede il nome di chi la prende in consegna? Non dico che doveva farsi dare la ricevuta, questo no. Ma almeno il nome di chi ritirò la valigetta dovrebbe ricordarselo visto che, se la storia è vera, certo non l' avrà lasciata in portineria.
Ma la storia è una balla inventata da Sama. Per questo non si ricorda il nome di colui che ritirò la supposta tangente

I 650 milioni invece sul conto di Greganti transitarono realmente. Ma non finirono nelle casse del Pci, come sosteneva la Parenti, bensi furono dal Greganti impiegati per acquistare una casa. Ora, mi dici perché se l' Eni voleva dare una tangente al Pci non la versò direttamente al tesoriere del partito, come fu fatto per il Psi e la DC, anziché darli ad un anonimo iscritto al partito?
La verità è che non di una tangente si trattava, ma di soldi per lavori che il Greganti aveva eseguito in Cina per conto dei Ferruzzi.
E nonostante Greganti esibisse ricevute per l'acquisto della casa i magistrati non gli credettero e gli fecero fare quasi tre anni di prigione.
Manco dall' interrogatorio in carcere, durato due settimane, del tesoriere del Pci Stefanini (alla faccia di chi racconta che "s' indagò da una parte sola") a proposito dei 650 milioni di Greganti, i magistrati ottennero prove valide.
Quindi tante chiacchiere ma nessuna prova.
E se non ci sono prove le chiacchiere son buone per far le frittelle, su questo ne converrai anche tu amico garantista Kagliostro.
Non scordarti infatti che i giustizialisti, quelli che odiano, siamo noi della sinistra. Voi invece del partito dell' amore siete garantisti al mille per mille, e non condannereste mai qualcuno in mancanza di prove. Vero?

g

Anonimo ha detto...

Guelfi il concetto è semplice : se non indaghi non trovi niente.
D'Ambrosio mise una ultras comunista per le indagini sul PCI (su questo taci chissà perché) salvo poi toglierle le indagini quando questa si mise a fare il suo dovere.
Graganti venne tirato fuori di carcere dalla solerzia di D'Ambrosio che procurò lui personalmente quell'interpretazione sulla casa di Greganti.
Dei lavoretti fatti da Greganti in Cina per i Ferruzzi non c'è notizia e sinceramente mi pare abbastanza strano che Greganti non si sia avvalso del partito, ma se a te piace crederlo...

Per il resto le giustificazioni che dai sono pari pari a quelle che dà Berlusconi per i suoi reati (solo che quelle di Silvio sono un pò più credibili visto che la Sme stavo davvero per essere venduta a De Benedetti Da Prodi e soprattutto che il famoso processo di cui BErlusca avrebbe corrotto i giudici gli diede poi torto... un po' strano o no ?).
E sono pari pari per tutti gli altri indagati di MAni Pulite che pure loro sono in gran parte usciti dalle carceri : e allora perché la DC è scomparsa e la mafia rossa continua a fare il bello e il cattivo tempo ???

Insomma le cose non quadrano e i conti non tornano : non tornano le inchieste sulle coop rosse, non tornano i processi su PRodi che si fece una legge ad pernonam quando già aveva le manette ai polsi e successivamente il magistrato che doveva accusarlo VENNE TRASFERITO AD ALTRA SEDE in modo sospetto (2 giorni prima che fossero depositate le motivazioni della sentenza a cui questa si sarebbe potuta appellare, cosa che non potè fare...)
Come vedi girando e rigirando di cosette ne scappano fuori, ma NESSUNO NE PARLA ... strano proprio strano. Tu come te lo spieghi ?
Io di solito i regimi li vedo proprio così : dove tutto lo stato è CONNIVENTE nella dittatura e chi prova a buttarlo giù sono guai...
E stranamente la Boccassini in un processo utilizzò prove false e nessun giornale disse niente e lei continua tranquillamente ad andare avanti col suo lavoro come se nulla fosse... Però per te il trattamento è stato identico... sì vabbè!
Ciao

Anonimo ha detto...

Dalla relazione dei 4 ispettori ministeriali inviati a Milano per indagare sul Pool dall' allora guardasigilli del 1° governo Berlusconi, Alfredo Biondi:

"Nessun rilievo può essere mosso ai magistrati milanesi, i quali non paiono aver esorbitato dai limiti imposti dalla legge nell'esercizio dei loro poteri [...]. Non si è riscontrata un'apprezzabile e significativa casistica di annullamenti delle decisioni che hanno dato luogo a quelle detenzioni [...]. I provvedimenti custodiali sono stati spesso suffragati dall'ulteriore e decisiva prova della confessione dell'indagato. Né è risultato che tali confessioni siano state in seguito ritrattate perché rese sotto la minaccia dell'ulteriore protrarsi della detenzione [...]"


E ancora, sul filone delle cosidette "tangenti rosse":

“Quanto alle supposte tangenti rosse, non ci fu alcun trattamento privilegiato per il Pci-Pds. L’atteggiamento di diffidenza della dottoressa Parenti verso i colleghi del pool può forse avere nuociuto allo svolgimento delle indagini di cui si discute, e comunque ha certamente contribuito a portare l’opinione pubblica a valutazioni errate in ordine a tali indagini”.

Come sappiamo la Parenti arrivò a calunniare Borrelli e D' Ambrosio, sostenendo le avessero impedito di indagare sul Pci-Pds. Querelata dai magistrati milanesi, venne salvata solo perché nel frattempo era diventata parlamentare (www.camera.it/_dati/leg13/ lavori/stenografici/sed455/s050.htm)

Eppoi, se di golpe giudiziario si trattò chi ne beneficiò veramente alla fin fine?
Berlusconi, secondo il ministro Mirko Tremaglia (http://www.palazzochigi.it/GovernoInforma/Comunicati/testo_int.asp?d=15376).

E come dargli torto visto il risultato delle elezioni del 1994?

g

Anonimo ha detto...

Mi sorprende che dei famosissimi antistatalisti, quali vi vantate di essere voi azzurri che vi riempite la bocca 24 ore al giorno di slogan quali "più privato meno Stato", plaudano ad un primo ministro (Craxi, nella fattispecie) perché nell 1985 intervenne a gamba tesa nel mercato per impedire l' accordo tra due aziende (Iri e Sme). Cosa che rimproverate a Prodi di non aver fatto nel 1997, quando secondo voi avrebbe dovuto intervenire sul mercato per bloccare l' acquisto di Telecom serbia da parte della nostra Telecom (mentre Prodi, lui si da vero liberista antistatalista, fece benissimo a non intervenire).

Ma ammettiamo pure che i 495 miliardi pattuiti tra Prodi e De Benedetti per la SME fossero pochi. E allora? In giro non v' era nessun altro compratore. Interpellato da Prodi, Berlusconi disse che un azienda alimentare non gli interessava. Solo quando Craxi gli chiese il favore personale di organizzare una cordata per rilevare l' azienda, Berlusconi acconsenti (come avrebbe potuto rifiutare visto i favori fattigli da Craxi in precedenza) aggiudicandosi la SME per 600 miliardi.
Come sappiamo la SME fu smembrata e venduta a pezzettini, l' ultimo dei quali nel 1996. Con un ricavato totale di circa 2000 miliardi (del 1996), quattro volte il prezzo che De Benedetti era disposto a pagare.
Soldi che non finirono certo nelle casse dello Stato ma in quelle dei privati. Come abbiam visto l' IRI incassò 600 miliardi, solo 105 in più di quelli offerti dall' Ingegnere

Certo, apparentemente la vendita a pezzi e bocconi fruttò di più. Ma, intanto, bisognerebbe calcolare quanto i 495 miliardi dell' 85 sarebbero diventati 10-11 anni più tardi. Eppoi spezzettando la SME il nostro Paese rinunciò per sempre ad avere un polo agroalimentare privato in grado di competere con giganti stranieri quali Danone e Nestlé. Mentre De Benedetti, possedendo già la Buitoni, proprio quello intendeva fare. Cosi, oggi, i migliori marchi italiani del comparto agroalimentare vengono commercializzati dalle multinazionali straniere.
Ma gli azzurri son tutti qua a rimproverare Prodi perché voleva vendere la SME a De Benedetti.
Siete solo dei peracottari, ecco cosa siete.

g

Anonimo ha detto...

Un veloce commento sul supposto abuso d' ufficio di Prodi. Non vorrei annoiarti, Kagliostro

Ipotizzare che un CONSULENTE ESTERNO dell' Unilever qual' era Prodi all' epoca dei fatti contestatigli (quindi non proprietario e nemmeno azionista, ma semplice CONSULENTE ESTERNO dell' Unilever), DUE ANNI dopo aver lasciato l' incarico possa aver commesso un abuso d' ufficio NON PATRIMONIALE (significa che a lui non sarebbe cmq venuta in tasca una lira) favorendo la vendita della Bertolli a Lamiranda, è cosa che non sta né in cielo né in terra e che solo dei peracottari quali voi siete potevano ipotizzare.
E per oggi è tutto.

g

N.B. Peracottari non è un insulto, mafiosi si

Anonimo ha detto...

È un interessante ondeggiare della destra tra il garantismo e il giustizialismo. Questi giorni il Giornale è uno spettacolo. Tutto sperticato con i virgolettati delle intercettazioni telefoniche di parlamentari, verbali e quant'altro. Poi per una stupidaggine da 600mila dollari eccoli lì di nuovo a difendere il padrone, mettendo Facci in prima pagina a dire che bisognere chiedere ai legali delle persone interessate...
Cagliostro, non sono d'accordo che se non ci fosse una sinistra così forte il Berlusca sarebbe in galera. Quello è un tipo di venditore disposto a tutto pur di rimanere in sella. Leggi ad personam, che poi si applicano anche ai mafiosi, stravolgimenti della realtà e contraddizioni con se stesso. L'anomalia italiana rimane lui, perchè di partiti socialisteggianti ce ne sono dappertutto in europa; e dove c'è il maggioritario sono correnti interne dei laburisti; gli ex-comunisti sono stati al governo in francia e governano in molti paesi; a livello locale poi sono al governo in molte città europee. Sono una corrente forte anche nel partito democratico, e la parte anarchico trotskysta è stata la fucina dei neo-con attualmente alla casa bianca.
Quello che non esiste da nessuna parte è la concentrazione di potere politico, economico e mediatico. Che porta a casi di trust enormi, e che sta bloccando l'economia da decenni. Tenendo il paese arretrato in tutte le tecnologie della telecomunicazione, strombazzando come grande novità il digitale terrestre in un paese in cui meno della metà delle case ha un PC e il 36% delle persone si connettono al web.
Stiamo indietro su un settore di importanza vitale, in quanto è dove passano le informazioni. E stiamo indietro enormemente dal punto di vista liberista. Un von hayek da noi si metterebbe le mani nei capelli, e non voterebbe mai e poi mai per un rockefeller piccolo piccolo.